Alan Paton

Alan Paton, per esteso Alan Stewart Paton, (nato l’11 gennaio 1903, Pietermaritzburg, Natal, Sudafrica – morto il 12 aprile 1988, vicino a Durban, Natal), scrittore sudafricano, meglio conosciuto per il suo primo romanzo, Cry, the Beloved Country (1948), un racconto appassionato di ingiustizia razziale che ha portato l’attenzione internazionale al problema dell’apartheid in Sudafrica.

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Paton studiò all’Università del Natal (poi incorporata nell’Università di KwaZulu-Natal) e poi insegnò a scuola dal 1925 al 1935. Nel 1935 Paton lasciò il suo incarico di insegnante per dirigere il riformatorio di Diepkloof per ragazzi africani urbani delinquenti, vicino a Johannesburg. Il successo di Cry, the Beloved Country, che scrisse durante il suo mandato al riformatorio, lo portò a lasciare il suo incarico per scrivere a tempo pieno. Il libro ritrae vividamente l’angoscia sofferta da un anziano ministro nero che deve fare i conti con la sua fede quando suo figlio viene condannato per l’omicidio di un bianco. Paton scrisse la sceneggiatura per l’adattamento cinematografico del 1951.

Sia Cry, the Beloved Country che il successivo romanzo di Paton, Too Late the Phalarope (1953), mostrano una caratteristica prosa equilibrata, economica e ritmica, che ha, specialmente nei dialoghi, un tono salmodico canoro. Il periodo di Diepkloof fornì ulteriore materiale per alcuni racconti. Durante quel periodo della sua vita, Paton fu coinvolto nella politica sudafricana. Nel 1953 aiutò a fondare il Partito Liberale del Sudafrica per offrire un’alternativa non razziale all’apartheid; Paton ne fu il presidente nazionale fino al suo forzato scioglimento nel 1968. La sua attiva opposizione alla politica dell’apartheid portò alla confisca del suo passaporto dal 1960 al 1970.

Paton scrisse una notevole biografia, Hofmeyr (1964), un massiccio studio del parlamentare e ministro di gabinetto Jan Hofmeyr. Verso la montagna (1980) è un’autobiografia dei primi 45 anni di Paton. In Ah, But Your Land Is Beautiful (1981), Paton tornò ad un resoconto fittizio degli eventi in Sudafrica. Il secondo volume della sua autobiografia, Journey Continued, fu pubblicato nel 1988 poco dopo la sua morte. The Lost City of the Kalahari (2005) era una breve, inedita cronaca della sua partecipazione ad una spedizione del 1956, senza successo, per trovare una rovina apocrifa nel deserto; fu ampliata con immagini e mappe. The Hero of Currie Road (2008) raccoglie la sua narrativa breve. L’Alan Paton Centre & Struggle Archives presso l’Università di KwaZulu-Natal ospita le sue carte e un’importante collezione di manoscritti legati all’apartheid.

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