Andrea Agnelli

Dopo l’università, Agnelli ha iniziato la sua carriera nel mondo degli affari in Inghilterra e in Francia in aziende come Iveco e Auchan Hypermarché. Ha anche trascorso diversi anni in Svizzera lavorando nel marketing e nello sviluppo della Ferrari Idea S.A. e della Philip Morris International con sede a Losanna.

Juventus F.C.Edit

Nel maggio 2010 è stato nominato presidente del consiglio di amministrazione della Juventus da suo cugino di primo grado John Elkann, diventando il quarto membro della famiglia Agnelli a gestire la squadra di calcio dopo suo padre, suo zio e suo nonno. Elkann era stato criticato dai tifosi della Juventus per gli scarsi risultati del club durante la stagione 2009-10 e molti ultras vedevano Agnelli come l’erede “legittimo” a causa della lunga associazione della sua famiglia con il club. Nonostante sia entrato in carica in un periodo in cui il club stava ancora affrontando le conseguenze del famigerato scandalo di Calciopoli, gli viene riconosciuto il merito di aver supervisionato la transizione del club nel nuovo stadio e di aver bilanciato le loro finanze sulla scia della recessione in corso che sta devastando l’Italia. Uno dei suoi primi atti come nuovo presidente è stato quello di nominare il duo della Sampdoria Giuseppe Marotta come direttore sportivo e Luigi Delneri come nuovo allenatore.

Il 22 maggio 2011, Agnelli ha nominato l’ex capitano e beniamino dei tifosi Antonio Conte come nuovo manager della Juventus, sostituendo Delneri. La stessa stagione la Juventus vince il primo scudetto da imbattuta sotto Agnelli. Da allora, la Juventus ha vinto nove scudetti di fila a partire dal 2019-20, un record in Serie A, compresi quattro titoli di Coppa Italia di fila dal 2014-15.

L’8 settembre 2015, Agnelli è stato rieletto come membro del comitato esecutivo dell’European Club Association, una posizione che ha tenuto dal 2012. È stato anche nominato dal consiglio esecutivo a far parte del comitato esecutivo UEFA per conto dell’associazione, per rappresentare i suoi 220 club membri accanto al rieletto presidente Karl-Heinz Rummenigge per il 2015-17.

Guai giudiziariModifica

Nel 2014 alcuni vertici della Juventus, tra cui Agnelli, sono stati indagati dalla Procura di Torino sulla gestione dei biglietti dello Juventus Stadium, circa le presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta nella gestione commerciale dei biglietti della società; i Pubblici Ministeri di Torino non formalizzarono accuse penali nei confronti della Juventus o dei suoi tesserati, chiudendo l’indagine tre anni dopo con una richiesta di archiviazione in quanto non vi erano collegamenti tra la dirigenza della Juventus e i gruppi e/o le singole persone coinvolte nella criminalità organizzata. Il 18 marzo 2017, a seguito dell’apertura di una querela da parte di un pubblico ministero della Procura di Torino, Agnelli è stato deferito dal procuratore generale della FIGC insieme ad altri tre dirigenti del club. Il 15 settembre successivo la FIGC ha riformulato le sue accuse, escludendo una presunta associazione mafiosa dai membri del club incriminato dopo l’intervento del procuratore Giuseppe Pecoraro alla Commissione Antimafia in aprile; il procuratore ha chiesto sanzioni per gli incontri di Agnelli con gruppi ultra e per la vendita dei biglietti da parte del resto dei colpevoli oltre il limite consentito a persona (favorendo così il bagarinaggio dei biglietti). Il 25 settembre Agnelli è stato interdetto per un anno e multato di 20.000 euro, mentre la Juventus è stata multata di 300.000 euro per la vendita di biglietti agli ultras, tuttavia le presunte connessioni con la criminalità organizzata non erano presenti nella sentenza. Il 18 dicembre, l’interdizione di Agnelli è stata revocata, tuttavia è stato richiesto di pagare una multa di 100.000 euro, mentre la multa contro la Juventus è raddoppiata a 600.000 euro.