Architettura dei templi
Templi di culto
Si pensa generalmente che il tempio di culto egiziano dell’Antico Regno debba molto al culto del dio sole Re a Eliopoli, che era probabilmente aperto in pianta e privo di un santuario. I templi del sole erano unici tra i templi di culto; il culto era incentrato su un oggetto di culto, il benben, un obelisco tozzo posto in piena luce del sole. Tra i pochi templi sopravvissuti dell’Antico Regno ci sono quelli solari dei re della V dinastia ad Abū Jirāb (Abu Gurab). Quello di Neuserre ne rivela la disposizione essenziale: un padiglione di accoglienza ai margini del deserto collegato da un corridoio coperto su una strada rialzata alla corte aperta del tempio alto sul deserto, all’interno del quale si trovava il benben di pietra calcarea e un enorme altare di alabastro. Preziosi rilievi abbellivano il corridoio coperto e anche i corridoi su due lati della corte.
Il tempio di culto ha raggiunto la sua forma più sviluppata nei grandi santuari eretti nel corso di molti secoli a Tebe. Architettonicamente il più soddisfacente è il Tempio di Luxor, iniziato da Amenhotep III della XVIII dinastia. Il progetto originale consiste in un’imponente corte aperta con colonnati di graziose colonne di loto, una piccola sala delle offerte, un santuario per la barca cerimoniale del dio, un santuario interno per l’immagine di culto, e una sala in cui si celebrava la nascita divina del re. L’accesso al tempio era fatto da un colonnato di enormi colonne con capitelli aperti di fiori di papiro, progettato da Amenhotep III ma decorato con affascinanti rilievi processionali sotto Tutankhamon e Horemheb. Più tardi Ramses II costruì un ampio cortile prima del colonnato e due grandi piloni per formare un nuovo ingresso.
Gli elementi necessari di un tempio egizio, la maggior parte dei quali possono essere visti a Luxor, sono i seguenti: un viale d’accesso di sfingi che porta al grande ingresso a doppio traliccio dotato di pennoni e gagliardetti; davanti al traliccio un paio di obelischi e le statue colossali del re; all’interno del traliccio una corte che porta ad una sala a colonne, l’ipostile, oltre la quale potrebbe esserci un’altra sala più piccola dove le offerte potrebbero essere preparate; e, nel cuore del tempio, il santuario per l’immagine di culto. Inoltre, c’erano camere di stoccaggio per le attrezzature del tempio e, nei periodi successivi, a volte una cripta. All’esterno dell’edificio principale del tempio c’era un lago, o almeno un pozzo, per l’acqua necessaria nei rituali; in epoche successive ci poteva essere anche una casa natale (mammisi) per celebrare la nascita divina del re. Il tutto, con gli edifici di servizio, era contenuto da un massiccio muro di mattoni di fango.
Il grande recinto del Tempio di Karnak (il lato più lungo 1.837 piedi) contiene interi edifici, o parti di edifici, risalenti all’inizio della XVIII dinastia fino al periodo romano. I moderni lavori di ricostruzione hanno persino recuperato una minuscola stazione di passaggio della XII dinastia, un gioiello di costruzione del tempio decorato con alcune delle più belle scene e testi in rilievo sopravvissuti.
Tra le strutture sull’asse principale di Karnak, le più notevoli sono la sala ipostila e la cosiddetta Sala delle Feste di Thutmose III. La prima conteneva 134 possenti colonne di papiro, 12 delle quali formavano la navata centrale più alta (76 piedi di altezza). Finestre a griglia permettevano alla luce di entrare, ma si deve supporre che anche nel giorno più luminoso la maggior parte della sala era in una profonda oscurità.
La Sala delle Feste è meglio descritta come una sala commemorativa. La sua sala principale si distingue per una serie di colonne insolite con capitelli a forma di campana, ispirati ai pali di legno delle tende usati nei primi edifici. La loro leggerezza contrasta fortemente con i supporti massicci della sala ipostila.
Nei pressi del tempio di Karnak, il re Akhenaton e sua moglie, Nefertiti, costruirono una serie di templi, poi smantellati, al dio sole Aton. Il gran numero di blocchi ritrovati in tempi moderni indica che queste costruzioni erano essenzialmente luoghi di culto aperti come i precedenti templi solari. Così come il grande tempio di Aton a Tell el-Amarna, costruito più tardi durante il regno di Akhenaton.
Il tempio di culto più interessante e insolito del Nuovo Regno fu costruito ad Abydos da Seti I della XIX dinastia. Principalmente dedicato a Osiride, conteneva sette cappelle dedicate a diverse divinità, tra cui lo stesso Seti divinizzato. Queste cappelle hanno soffitti a botte ben conservati e sono decorate con scene a bassorilievo che conservano molti colori originali.
Il monumento più notevole di Ramses II, il grande costruttore, è senza dubbio il tempio di Abu Simbel. Anche se scavato nella roccia viva, segue in generale lo schema del solito tempio egiziano: statue colossali sedute che emergono dalla facciata, che è la parete rocciosa; una sala a pilastri seguita da una seconda che conduce a un vestibolo; e un santuario con quattro statue di divinità, tra cui una di Ramses stesso.
Bisogna menzionare anche l’immenso tempio dedicato al dio Amon-Re a Tanis nel delta dai re della 21a e 22a dinastia. Gran parte della pietra per il cosiddetto Karnak settentrionale, insieme a statue colossali e una dozzina di obelischi, è stata appropriata da altri santuari in Egitto, rendendo questo un notevole assemblaggio di lavori precedenti. Non era solo un tempio di culto, ma il tempio funerario per i re che erano sepolti all’interno del recinto.