Barbara McClintock
Barbara McClintock, (nata il 16 giugno 1902, Hartford, Connecticut, Stati Uniti – morta il 2 settembre 1992, Huntington, New York), scienziata americana la cui scoperta negli anni ’40 e ’50 degli elementi genetici mobili, o “geni saltanti”, le valse il premio Nobel per la fisiologia o la medicina nel 1983.
© American Philosophical Society Library-Barbara McClintock Papers/National Library Of Medicine
McClintock, il cui padre era un medico, si dilettava con la scienza fin da bambina e dimostrò presto l’indipendenza di mente e di azione che avrebbe esibito per il resto della sua vita. Dopo aver frequentato la scuola superiore, si iscrisse come biologa alla Cornell University nel 1919. Ricevette una laurea nel 1923, un master due anni dopo e, dopo essersi specializzata in citologia, genetica e zoologia, un dottorato nel 1927. Durante la scuola di specializzazione iniziò il lavoro che avrebbe occupato tutta la sua vita professionale: l’analisi cromosomica del mais. Utilizzò un microscopio e una tecnica di colorazione che le permise di esaminare, identificare e descrivere i singoli cromosomi del mais.
Nel 1931 lei e una collega, Harriet Creighton, pubblicarono “A Correlation of Cytological and Genetical Crossing-over in Zea mays”, un documento che stabiliva che i cromosomi erano alla base della genetica. Sulla base dei suoi esperimenti e pubblicazioni durante gli anni ’30, McClintock fu eletta vicepresidente della Genetics Society of America nel 1939 e presidente della Genetics Society nel 1944. Ha ricevuto una borsa di studio Guggenheim nel 1933 per studiare in Germania, ma ha lasciato presto a causa dell’ascesa del nazismo. Quando tornò alla Cornell, la sua alma mater, scoprì che l’università non avrebbe assunto un professore donna. La Fondazione Rockefeller finanziò la sua ricerca alla Cornell (1934-36) fino a quando fu assunta dall’Università del Missouri (1936-41).
Nel 1941 McClintock si trasferì a Long Island, New York, per lavorare al Cold Spring Harbor Laboratory, dove trascorse il resto della sua vita professionale. Negli anni ’40, osservando e sperimentando le variazioni nella colorazione dei chicchi di mais, scoprì che l’informazione genetica non è stazionaria. Tracciando i cambiamenti di pigmentazione nel mais e usando un microscopio per esaminare i grandi cromosomi della pianta, isolò due geni che chiamò “elementi di controllo”. Questi geni controllavano i geni che erano effettivamente responsabili della pigmentazione. McClintock scoprì che gli elementi di controllo potevano spostarsi lungo il cromosoma in un sito diverso e che questi cambiamenti influenzavano il comportamento dei geni vicini. Suggerì che questi elementi trasponibili erano responsabili di nuove mutazioni nella pigmentazione o in altre caratteristiche.
Il lavoro di McClintock era in anticipo sui tempi e per molti anni fu considerato troppo radicale o semplicemente ignorato dai suoi colleghi scienziati. Profondamente delusa dai suoi colleghi, smise di pubblicare i risultati del suo lavoro e cessò di tenere conferenze, pur continuando a fare ricerca. Non fino alla fine degli anni ’60 e ’70, dopo che i biologi avevano determinato che il materiale genetico era il DNA, i membri della comunità scientifica iniziarono a verificare le sue prime scoperte. Quando finalmente arrivò il riconoscimento, McClintock fu sommersa da premi e onorificenze, in particolare il Premio Nobel 1983 per la fisiologia o la medicina. Fu la prima donna ad essere l’unica vincitrice di questo premio.