Gli album di Bon Iver classificati

Bon Iver è diventato sinonimo di folk pop inebriante e forse pretenzioso, il tipo che gli pseudointellettuali e gli hipster sostengono. Ma al di là di tutto questo, il progetto del frontman Justin Vernon in realtà produce della musica pop incredibile e atipica, separata da anni e ispirazioni musicali. Con l’uscita del nuovo album del gruppo, I, I, ho deciso di fare una classifica dei quattro album di Bon Iver. Un urlo anche al loro grande EP di quattro tracce, BLOOD BANK (2009).

#4-22, A MILLION (2016)

Traccia preferita: “8 (circle)”

Segnando il maggior cambiamento nel suono di Bon Iver, il titolo e i nomi delle canzoni di 22, A MILLION sono sicuramente insopportabili. Tipo, “10 d E A T h b R E a s T ⚄ ⚄”? Ma dai. Ma le insopportabili convenzioni di denominazione nascondono una fusione creativa di pop elettronico, synth, campioni e il canto lamentoso di Vernon. I nomi non convenzionali, tuttavia, si adattano all’album più non convenzionale di Bon Iver; non convenzionale soprattutto perché non ha davvero nessun gancio cantautorale che risieda sotto la superficie degli altri loro dischi. Collettivamente, 22, A MILLION è un paesaggio sonoro interessante. Ma traccia per traccia? Non c’è molto che mi salti all’occhio, oltre a “8 (circle)”, la canzone più dolce del disco.

#3 – FOR EMMA, FOREVER AGO (2007)

Traccia preferita: “Flume”

Quello che è essenzialmente l’album di debutto e solista di Vernon ha messo il cantautore sulla mappa con un lento accumulo nella coltivazione di una serie ecclesiastica di fan. FOR EMMA, FOREVER AGO è davvero un’uscita che definisce il genere indie folk della metà degli anni 2000, e la storia della solitudine di Vernon nella capanna in cui ha registrato l’album è piuttosto incredibile. L’elemento di spicco di FOR EMMA, FOREVER AGO, che ha portato e definisce tutta la produzione di Bon Iver, sono i complessi arrangiamenti vocali. Sono un coro di emozioni su strumenti risonanti. Ma col senno di poi, FOR EMMA, FOREVER AGO si sente molto più sperimentale delle migliori uscite del gruppo; la sua crudezza è servita al suo impatto, ma non necessariamente alla mia capacità di godere dei singoli brani tanto, come nel caso di 22, A MILLION.

#2 – I, I (2019)

Traccia preferita: “iMi”

Ma non è il caso di I, I, una continuazione del suono pop a cui Bon Iver è passato con 22, A MILLION. Quel suono, tuttavia, è raffinato in maggiori ganci pop che elevano un paio di tracce allo status di veramente orecchiabili. “iMi” è la migliore, ma anche “Hey Ma”, “U (Man Like)” e “Naeem” sono degne di essere ascoltate. Il pregiudizio della recettività di solito va nella direzione opposta per me (nel senso che ci vuole un po’ di tempo perché una nuova uscita cresca su di me), ma dopo aver ascoltato I, I un po’ di volte, sono convinto che sia l’evoluzione veramente audace (e più importante, piacevole) del suono di Bon Iver che 22, A MILLION doveva essere e si diceva fosse.

#1 – BON IVER (2011)

Traccia preferita: “Perth”

Il disco autointitolato dei Bon Iver, però, è il grande album della band. Questo è il grande folk pop che è nato da tutta una serie di band fastidiose. E BON IVER riesce ad essere una dichiarazione artistica unica pur riuscendo ad essere ascoltabile come le migliori, “comuni” canzoni pop. Ma scrivere musica pop è difficile, e Bon Iver riesce a mettere questa difficoltà all’interno dell’ulteriore difficoltà di farla suonare unica. Le migliori canzoni del disco evitano le divagazioni capricciose per i ritmi duri e l’energia edificante. “Perth” lo rappresenta perfettamente. È il tipo di suono che rilassa ed energizza simultaneamente, che descrive il meglio del lavoro di Bon Iver.