Jean Anthelme Brillat-Savarin
Brillat-Savarin nacque nella città di Belley, Ain, dove il fiume Rodano separava allora la Francia dalla Savoia, da una famiglia di avvocati. Ha studiato diritto, chimica e medicina a Digione nei suoi primi anni e più tardi ha praticato l’avvocatura nella sua città natale. Nel 1789, all’apertura della Rivoluzione Francese, fu inviato come deputato agli Estati Generali che presto diventarono l’Assemblea Nazionale Costituente, dove acquisì una certa fama, in particolare per un discorso pubblico in difesa della pena capitale. Suo padre Marc Anthelme adottò il suo secondo cognome nel 1733 alla morte di una zia di nome Savarin che gli lasciò tutta la sua fortuna a condizione che adottasse il suo nome.
Tornò a Belley e fu per un anno sindaco eletto. In una fase successiva della Rivoluzione, una taglia fu posta sulla sua testa. Cercò rifugio in Svizzera, prima a casa di alcuni parenti a Moudon e poi all’Hôtel du Lion d’Argent a Losanna. In seguito si trasferì in Olanda e poi negli Stati Uniti, dove rimase per tre anni a Boston, New York, Philadelphia e Hartford, vivendo con i proventi delle lezioni di francese e di violino. Per un certo periodo, fu primo violino al Park Theater di New York City.
Tornò in Francia sotto il Direttorio nel 1797 e acquisì il posto di magistrato che avrebbe tenuto per il resto della sua vita, come giudice della Corte di Cassazione.
ScrittiModifica
Pubblicò diverse opere di diritto e di economia politica. Scrisse anche un racconto erotico, Voyage à Arras. Rimase scapolo, ma non estraneo all’amore, che considerava il sesto senso; la sua iscrizione della Physiologie alla sua bella cugina Juliette Récamier recita:
“Signora, ricevete gentilmente e leggete con indulgenza il lavoro di un vecchio. È l’omaggio di un’amicizia che risale alla vostra infanzia e, forse, l’omaggio di un sentimento più tenero… Come posso dirlo? Alla mia età un uomo non osa più interrogare il suo cuore”.
La sua famosa opera, Physiologie du goût (Fisiologia del gusto), fu pubblicata nel dicembre 1825, due mesi prima della sua morte. Il titolo completo è Physiologie du Goût, ou Méditations de Gastronomie Transcendante; ouvrage théorique, historique et à l’ordre du jour, dédié aux Gastronomes parisiens, par un Professeur, membre de plusieurs sociétés littéraires et savantes. Il libro non è mai stato fuori stampa dalla sua prima apparizione, poco prima della morte di Brillat-Savarin. La sua traduzione inglese più notevole è stata fatta dalla scrittrice e critica gastronomica M. F. K. Fisher, che ha osservato: “Mi considero benedetta tra i traduttori”. La sua traduzione fu pubblicata per la prima volta nel 1949.
Il corpo della sua opera, sebbene spesso prolisso o eccessivamente – e a volte discutibilmente – aforistico e assiomatico, è rimasto estremamente importante ed è stato ripetutamente rianalizzato negli anni successivi alla sua morte. In una serie di meditazioni che devono qualcosa ai Saggi di Montaigne, e che hanno il ritmo discorsivo di un’epoca di letture rilassate e di ricerca fiduciosa di piaceri colti, Brillat-Savarin parla dei piaceri della tavola, che considera una scienza. I suoi modelli francesi sono gli stilisti dell’Ancien Régime: Voltaire, Rousseau, Fénelon, Buffon, Cochin e d’Aguesseau.
A parte il latino, conosceva bene cinque lingue moderne e, quando l’occasione lo permetteva, non esitava a sfoggiarle; non esitava a prendere in prestito una parola, come l’inglese “sorso” quando il francese gli sembrava fallire, fino a riscoprire il verbo siroter allora obsoleto.
La filosofia di Epicuro si trova in fondo ad ogni pagina; il pasto più semplice soddisfaceva Brillat-Savarin, purché fosse eseguito con arte:
Le persone che soffrono di indigestione, o che si ubriacano, sono del tutto ignoranti dei veri principi del mangiare e del bere.