Jean Bodin

Il pensiero di Bodin si proietta in almeno due direzioni:

Pensiero politicoModifica

Jean Bodin scrive e pensa nel contesto delle guerre di religione tra calvinisti (ugonotti) e cattolici nella Francia del XVI secolo. Egli afferma che l’origine dell’autorità risiede nel patto tra le varie famiglie che compongono le élite di una società, che dovrebbero accordarsi su una persona o un’istituzione per esercitare l’autorità e governare. Pertanto, la persona in autorità deve avere tutto il potere e deve essere obbedita da tutti.

Per Bodin, Dio è il fondamento della ragione umana e della natura umana. E poi gli uomini accettano di cercare un’autorità. Perciò lo stato non deve essere determinato dalla metropoli e deve rispettarla.

Ci sono varie forme possibili di governo, tenendo conto di dove si concentra la sovranità:

  1. In democrazia il popolo come corpo possiede il potere sovrano.
  2. Nell’aristocrazia la sovranità è posseduta da una parte più piccola di quel corpo.
  3. Nella monarchia la sovranità è concentrata in una sola persona.

Nel suo libro Démonomanie des sorciers, ha offerto innumerevoli idee su come torturare aspiranti streghe e stregoni, idee spesso criticate dai suoi stessi colleghi parlamentari. Seguendo questi metodi, credeva, l’Inquisizione non avrebbe giudicato nessuno ingiustamente.

Il suo primo testo sulla teoria monetaria fu una risposta a Monsieur de Malestroit, che aveva affermato di negare l’aumento a lungo termine dei prezzi. Nel suo scritto, Bodinus sostiene che i prezzi aumentano per diverse cause, la principale delle quali è l’aumento delle quantità esistenti di oro e argento (indicando, inoltre, l’influenza dei monopoli e altre cause).

Pubblicato nel 1568, il testo ebbe grande influenza in Europa. È stato a lungo considerato come la prima esposizione di una teoria quantitativa del denaro. Ma questa impressione è stata messa in discussione dalla recente scoperta di una precedente costruzione scientifica sull’argomento da parte di pensatori della Scuola di Salamanca (in particolare da Martín de Azpilcueta), che aveva già descritto gli effetti inflazionistici dell’importazione massiccia di metalli. Alcuni sostengono che Bodin aveva probabilmente familiarità con le idee di quella scuola spagnola (e sottolineano, in particolare, che aveva coinciso con Martin de Azpilcueta all’Università di Tolosa).

Nei Sei libri della Repubblica (nel sesto, in particolare), Bodin espone principi economici mercantilisti, sostenendo l’istituzione di limitazioni all’uscita delle materie prime e all’importazione di manufatti non essenziali. Tuttavia, egli difende il commercio internazionale, sostenendo che il profitto per uno non significa necessariamente una perdita per un altro.