Lesioni del legamento crociato anteriore – Equilae
Il legamento crociato anteriore (ACL), insieme al crociato posteriore, al collaterale mediale e al collaterale laterale, è uno dei principali legamenti del ginocchio. La sua funzione principale è quella di fornire stabilità all’articolazione.
Come nascono le lesioni del legamento crociato anteriore?
Le lesioni del legamento crociato anteriore sono di solito legate allo sport, soprattutto agli sport pivot come il calcio, il basket, lo sci, il rugby, ecc.
I pazienti con lacerazioni acute del legamento crociato anteriore passano attraverso una fase iniziale di dolore e infiammazione, che diminuisce dopo le prime settimane. Dopo queste prime settimane, appaiono i sintomi di “cedimento” articolare o di instabilità quando si fanno gesti di rotazione durante le attività della vita quotidiana.
Nei pazienti che mostrano sintomi di instabilità articolare nelle attività della vita quotidiana e/o nello sport, il trattamento raccomandato per queste lesioni è la chirurgia.
L’obiettivo della chirurgia è quello di ricostruire il legamento crociato anteriore per ripristinare la stabilità dell’articolazione e quindi prevenire danni ad altre strutture (come i menischi o la cartilagine) e la successiva insorgenza di osteoartrite.
La tecnica chirurgica e i protocolli di riabilitazione si sono evoluti nel corso degli anni. Oggi, i risultati funzionali della ricostruzione artroscopica del LCA sono eccellenti in quasi tutte le serie pubblicate nella letteratura medica.
Storia clinica
Esistono diverse manovre cliniche per valutare la funzionalità del legamento crociato anteriore, che insieme ai raggi X e alla risonanza magnetica permettono la diagnosi di tali lesioni.
Il momento ideale per la chirurgia ricostruttiva del legamento crociato anteriore è quando l’articolazione è stata diminuita e il paziente ha recuperato la normale mobilità del ginocchio.
Trattamento
La chirurgia del legamento crociato anteriore si è molto evoluta negli ultimi anni. Attualmente, la tecnica più diffusa è chiamata “tecnica anatomica” in cui i tunnel ossei sono fatti nel femore e nella tibia, riproducendo l’inserzione del legamento nativo. Una volta fatti i tunnel, si procede alla plastica e si fissa il legamento crociato anteriore con la giusta tensione.
In quei casi in cui è evidente un legamento crociato anteriore parzialmente lacerato (tra il 18% e il 25%), si conserva la parte non danneggiata e si esegue una ricostruzione selettiva della parte danneggiata del legamento.
Attualmente, i tendini che vengono utilizzati più spesso come innesti nella ricostruzione di questo legamento sono il tendine del ginocchio e il tendine rotuleo con la tecnica “osso-tendine-osso”. Sono autologhi, cioè provenienti dallo stesso paziente. I risultati pubblicati in letteratura per questi due tipi di innesti sono comparabili, senza differenze significative tra i due.
L’uso del tendine del bicipite femorale o del tendine rotuleo presenta vantaggi e svantaggi in ogni caso.
Nel caso dei bicipiti femorali, il vantaggio principale è la ridotta morbilità della zona in cui viene prelevato l’innesto e la possibilità che si rigenerino. Inoltre, è esteticamente favorevole perché la cicatrice è piccola (2 cm) e si fa nella parte interna del ginocchio. Lo svantaggio principale è il tempo di integrazione del tendine all’osso (10-12 settimane).
Nel caso del tendine rotuleo, il vantaggio maggiore è quello di avere un frammento di osso alle sue estremità. Permette un’integrazione più rapida (tra 4 e 6 settimane) dell’innesto nel tunnel osseo rispetto ai tendini del ginocchio. Lo svantaggio principale è il tasso più elevato di dolore al ginocchio che può venire dopo l’intervento e la cicatrice come è fatto sul lato anteriore ed è tra 5 e 6 cm di lunghezza.
In conclusione, l’uso di uno o un altro innesto è deciso a seconda dell’età, morfotipo e lo sport praticato dal paziente.
Le altre strutture o gli allotrapianti tendinei non sono di solito di scelta negli interventi primari, riservando questo tipo di innesto per gli interventi di revisione o multiligamentosi.
Detto questo, c’è un gruppo di pazienti che hanno un maggior tasso di fallimento dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore. Questo gruppo comprende: pazienti di età inferiore ai 18 anni, atleti con elevate esigenze di rotazione, pazienti con ipermobilità articolare, quelli con un alto grado di instabilità rotazionale e quelli che hanno subito un intervento chirurgico di revisione.
Per i pazienti che rientrano in una delle categorie di cui sopra, la tenodesi anterolaterale viene solitamente eseguita al fine di ridurre il tasso di fallimento dopo la ricostruzione dell’ACL.
Riabilitazione
Le fasi approssimative della riabilitazione possono essere divise in sei blocchi distinti, ognuno con il suo periodo di tempo.
FASE I (da 0 a 2 settimane)
– Controllo del dolore e dell’infiammazione e recupero della piena estensione del ginocchio.
– Nessun peso, uso obbligatorio delle stampelle
– Steccata- ginocchio esteso permanentemente.
– Esercizi da fare: Quadricipiti isometrici (sollevamenti delle gambe).
FASE II (da 2 a 4 settimane)
– progressivo carico parziale tollerato con stampelle senza stecca.
– Esercizi da fare: Quadricipiti isometrici (alzate di gamba) ed estensione del ginocchio, che deve diventare lo stesso del ginocchio controlaterale.
– Non si devono fare esercizi per i tendini del ginocchio o esercizi a catena aperta.
FASE III (dalla settimana 5 al raggiungimento degli obiettivi della fase)
– Camminare correttamente, senza zoppicare ed essere in grado di alzarsi sulla gamba operata.
– Terminare l’uso delle stampelle.
– Recuperare la flessione completa evitando flessioni forzate.
– Esercizi da fare: Quadricipiti isometrici e catena chiusa (pressa e squat) a 70º di flessione, esercizi di equilibrio e di propriocezione e stretching muscolare. Nessun esercizio a catena aperta.
Fase IV (Dal compimento degli obiettivi della fase III fino a 12-16 settimane)
– Fare esercizi leggeri, a basso impatto e senza dolore.
– Esercizi da fare: Esercizi a catena chiusa per i quadricipiti e a catena aperta, iniziazione agli esercizi per gli hamstring, esercizi di bilanciamento e di propriocezione e di impatto controllato.
FASE V (Dal raggiungimento degli obiettivi della fase IV fino alla settimana 24-40)
– Raggiungere un buon controllo neuromuscolare negli esercizi sportivi specifici a basso impatto.
– Esercizi da fare: esercizi sportivi a basso impatto, pliometria, corsa su brevi distanze e continuare gradualmente il rafforzamento dei quadricipiti dell’anca e del tronco e dei bicipiti femorali.
FASE V: Ritorno a qualsiasi attività sportiva
Il ritorno all’attività sportiva deve essere progressivo, il paziente deve simulare ed esercitare in modo controllato tutte le situazioni che possono verificarsi durante la pratica sportiva. Ad eccezione dei casi di atleti che richiedono un ritorno precoce all’attività sportiva, è consigliabile evitare l’attività di contatto e di pivot fino a 8-10 mesi dopo l’intervento nei casi in cui lo sport è di tipo più occasionale.
La chirurgia di revisione
La chirurgia di revisione si esegue su pazienti che hanno avuto una precedente plasticazione del legamento crociato anteriore e questo si lacera. Tra le cause più frequenti del fallimento di una plastica, c’è l’errore nel posizionamento dei tunnel ossei nel femore e/o nella tibia, un nuovo caso di distorsioni, la comparsa di infezioni, ecc.
Per programmare una revisione del legamento crociato anteriore, vengono precedentemente eseguiti un esame fisico, una RMN e una TAC 3D. L’ultimo test è quello che permetterà di prendere una decisione sul numero di interventi necessari (tra 1 e 2) per la nuova ricostruzione del legamento.
Per quanto riguarda gli innesti utilizzati per questo tipo di intervento, si può utilizzare il tendine del paziente (autotrapianto) o uno della banca dei tessuti (allotrapianto).