Nuovo vaccino per il morbo di Alzheimer mostra potenziale nei topi

Uno studio preclinico ha testato un nuovo vaccino per il morbo di Alzheimer. I ricercatori hanno scoperto che il vaccino, che mira alla proteina beta-amiloide, era sicuro ed efficace nei topi.

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La malattia di Alzheimer è una condizione neurologica progressiva e la causa più comune di demenza.

Secondo le ultime stime dell’Alzheimer’s Association, 1 persona su 10 di età superiore ai 65 anni negli Stati Uniti ha il morbo di Alzheimer, e gli esperti si aspettano che il numero di persone con questa condizione aumenti con l’invecchiamento della popolazione. Entro il 2050, le proiezioni mostrano che 13,8 milioni di persone di età pari o superiore a 65 anni avranno il morbo di Alzheimer negli Stati Uniti.

Mentre gruppi di tutto il mondo stanno lavorando per trovare un trattamento efficace per la condizione, un approccio alternativo è quello di sviluppare un vaccino. Anche se sono più comunemente associati a malattie infettive, i vaccini possono anche preparare il corpo a difendersi contro altre molecole non infettive.

Nel morbo di Alzheimer, gli scienziati credono che due processi guidino la progressione della malattia: l’accumulo di placche che comprendono proteine beta-amiloidi tra i neuroni nel cervello e nodi aggrovigliati della proteina tau all’interno dei neuroni.

Siccome la comprensione generale è che la beta-amiloide inizia il processo della malattia, gli scienziati hanno cercato di sviluppare un vaccino contro di essa. La speranza è che il sistema immunitario riconosca e distrugga la beta-amiloide prima che possa aggravare il danno cellulare che la proteina tau causa.

Anche se gli scienziati hanno sviluppato diversi vaccini, tradurre i risultati dai modelli murini agli esseri umani garantendo la sicurezza è notoriamente difficile, e le autorità non hanno ancora approvato alcun vaccino per l’uso.

I ricercatori devono superare il fatto che con l’età, il loro sistema immunitario diventa meno reattivo. Di conseguenza, senza aiuto, avranno una risposta inferiore a un vaccino.

Gli scienziati di solito superano questo problema aggiungendo adiuvanti che danno il via e migliorano la risposta immunitaria. Tuttavia, un problema potenziale è che gli adiuvanti sovrastimolano il sistema immunitario, portando all’infiammazione.

Un nuovo studio che la University of South Florida Health (USF Health) ha condotto descrive un nuovo vaccino terapeutico per il morbo di Alzheimer, che utilizza le cellule immunitarie del corpo per colpire la beta-amiloide. Lo studio ha scoperto che questo approccio ha evitato la sovrastimolazione del sistema immunitario che può verificarsi a causa di adiuvanti chimici.

Lo studio ha mostrato una produzione efficace di anticorpi e miglioramenti della memoria nei topi vaccinati, e i risultati appaiono nel Journal of Alzheimer’s Disease.