Perché l’ansia è l’ancella della creatività
L’artista norvegese Edvard Munch, che soffriva profondamente di ansia, ha scritto questo nel suo diario:
“La mia paura della vita mi è necessaria, così come la mia malattia. Sono indistinguibili da me, e la loro distruzione distruggerebbe la mia arte.”
Il famoso dipinto di Munch, L’urlo, si crede rifletta la profonda ansia dell’uomo moderno.
Ho scoperto la suddetta citazione di Munch in un affascinante articolo della CNN intitolato Il lato oscuro della creatività: Depressione + ansia x follia = genio? L’articolo elenca molti artisti famosi che hanno camminato sulla linea “tra talento estremo e tormento”. Artisti come Van Gogh, che notoriamente si tagliò l’orecchio e poi si suicidò.
Gli artisti sono più inclini alla depressione e alla malattia mentale? Alcuni studi hanno mostrato un numero insolitamente alto di disturbi dell’umore negli artisti. Consideriamo luminari come Ernest Hemingway, Leo Tolstoy, Virginia Wolf, Sylvia Plath e Jackson Pollock.
O più recentemente, lo scrittore David Foster Wallace e il comico/attore Robin Williams. Con quali demoni hanno lottato questi creativi, e i loro tormenti hanno informato la loro arte?
Molti artisti attraversano una sorta di periodo gestazionale, dove le idee e gli impulsi espressivi turbinano in un brodo informe di creatività. Può essere un periodo difficile e frustrante, ma l’eccitazione di ciò che potrebbe emergere è inebriante.
Guarda questo affascinante cortometraggio sulla passione per la pittura dell’attore Jim Carrey, intitolato I Needed Color. Anche gli attori di successo non sono immuni al richiamo di altri impulsi creativi. La musa dentro di noi sussurra incessantemente.
Il blogger Thomas Cotterill ha esplorato perfettamente il processo di gestazione dell’artista nel suo post Creativity Can Cause Anxiety. Un estratto:
Il filosofo del XV secolo Marsilio Ficino equiparava la “malinconia” di Aristotele alla “divina mania” di Platone. Credo che questo sia fuori luogo. La malinconia è lo stato quiescente del creatore, una sorta di tristezza pensosa. Lo stato d’animo è un sintomo del periodo di gestazione che spesso precede le grandi esplosioni creative. La mania divina si riferisce allo stato eccitato del creatore quando è nel pieno della creazione. Virginia Woolf si riferiva a questo come a uno stato di “calore bianco”. Hermann Hesse scriveva spesso in intensi periodi di produttività dopo un lungo periodo, a volte depresso, di quello che un biografo ha descritto come “vivere le sue idee”. Poiché i creatori si definiscono con l’atto di creare, l’inattività di un periodo di gestazione prolungato genera ansia per via della dissonanza cognitiva. Cioè, quello che facciamo e quello che pensiamo di dover fare non sono allineati.
Paralisi dell’analisi
Molti dei creativi che conosco ammettono che l’ansia alimenta il loro processo creativo. È come se attraversassero il travaglio creativo prima di dare alla luce la loro opera d’arte. Il processo può essere doloroso, ma alla fine porta gioia.
Ho la fortuna di essere libero dalla malattia mentale e dalla depressione clinica, ma non sono immune dai momenti di crisi. Inoltre, a volte cedo a un po’ di ossessività/compulsività.