Bottega del Vino, uno dei locali storici di Verona. Foto di Z S su UnsplashLa storia dell’Aperol spritz
Nel 1912, Luigi e Silvio Barbieri, due fratelli di Este, una piccola città a circa 60 chilometri da Venezia, ereditarono l’azienda di liquori del padre. I fratelli passarono i sette anni successivi a sperimentare un amaro a base di arancia, che finalmente presentarono all’inaugurazione della “Fiera di Padova”, una fiera istituita per rilanciare l’economia locale all’indomani della prima guerra mondiale.
Il vibrante liquore dolce-amaro che i fratelli crearono, una complessa infusione di piante e radici alpine, erbe medicinali, rabarbaro ed essenza di arancia, prese il nome da una parola francese per aperitivo, “apero”, e fu presentato come un’alternativa più dolce e meno alcolica (solo l’11%) al Campari.
La fiera fu un enorme successo. Tra i 170.000 visitatori e i 642 espositori c’era il re Emanuele III. I fratelli Barbieri avevano trovato una nicchia per il loro marchio e Aperol era sulla buona strada!
Ma fu solo negli anni ’50 che Aperol decollò veramente. Ispirandosi al tradizionale spritz veneziano (vino bianco con acqua gassata), i baristi più esigenti del nord Italia aggiungevano un goccio di Aperol al prosecco, condito con una spruzzata di soda e servito con una fetta d’arancia, per creare un cocktail accattivante e appetitoso – era nato l’Aperol spritz!
Stimolato da una seducente campagna pubblicitaria e, nel 2003, dall’acquisizione del marchio da parte del gruppo Campari, l’Aperol spritz ha conquistato il mondo. Il suo aspetto abbagliante e la sua bevibilità rinfrescante lo rendono una scelta popolare per la generazione Instagram.
Ma nel mondo inebriante dell’aperitivo italiano, ci sono molte alternative tra cui scegliere. Ecco alcuni dei miei preferiti.
Lo spritz Campari
Campari è un altro marchio iconico italiano e uno spritz Campari è un ottimo modo per godersi il sapore caratteristico e aromatico di questo amaro milanese per eccellenza.
Al 25% Campari è molto più forte di Aperol e il Campari spritz manca della rinfrescante dolcezza della più popolare versione Aperol. Ma se non siete particolarmente golosi, il Campari spritz (3 parti di prosecco, 2 parti di Campari, 1 parte di soda), è un’alternativa di classe prima di cena.
Oltre a creare legami duraturi con artisti italiani e internazionali, il marchio d’avanguardia è anche presente in numerose opere letterarie. Infatti, si dice che Ernest Hemmingway, il più rinomato dei bevitori e conoscitori di bar, abbia sempre tenuto una bottiglia a portata di mano per i suoi amati Negroni (vedi sotto), avendo scoperto Campari mentre prestava servizio nel nord Italia come autista di ambulanza durante la prima guerra mondiale.