Venti Katabatici e Anabatici
I venti catabatici si sviluppano di notte quando ci sono cieli sereni, un gradiente di pressione generale allentato e un rapido raffreddamento radiativo della terra. L’aria a X adiacente al pendio, diventando più fredda e quindi più densa dell’aria che è più lontana allo stesso livello (Y), inizia a scivolare verso il basso a causa della forza gravitazionale che forma il vento catabatico (in greco ‘kata’ significa giù e ‘biano’ significa muoversi. Arrivando ai piedi del pendio il vento si sposta verso il mare. Il riscaldamento adiabatico dell’aria durante la discesa è contrastato dalla conduzione, poiché è in continuo contatto con il pendio montano più freddo. Quando il pendio è coperto di ghiaccio o neve, che sono efficaci isolanti, la conduzione è molto limitata tra il pendio e la superficie superiore della copertura di ghiaccio o neve. Così, durante il periodo di raffreddamento durante la notte, la superficie superiore sperimenta una diminuzione di temperatura più rapida di quella di un pendio nudo. In tali condizioni, l’aria adiacente, diventando molto fredda e densa, scende ad una velocità che può raggiungere condizioni di forza di burrasca.
I venti catabatici (downslope) influenzano le condizioni del mare al largo delle zone costiere montane, in particolare i fiordi norvegesi e le regioni coperte di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide.
Durante il giorno si sviluppa un vento anabatico. Con il cielo sereno il pendio assorbe la radiazione solare e riscalda l’aria (P) direttamente a contatto. Quest’aria risale poi il pendio, poiché è ad una temperatura più alta dell’aria (Q) più lontana allo stesso livello. L’aria che risale il pendio è soggetta ad espansione e quindi a raffreddamento. Il contatto mantenuto con il pendio caldo assicura la sua continua ascesa, con una velocità massima a metà pomeriggio. I venti anabatici si verificano sulle Alpi nei mesi estivi quando c’è generalmente un gradiente di pressione allentato.