Antitempo: un gemello del tempo?

Pensavo allo scopo e alla natura dell'”Anti-Tempo”, ancora mi sfugge ed è lontano da una risposta definitiva, ma penso che nel sistema operativo universale l’antitempo potrebbe servire per l’ottimizzazione, la “laconizzazione” (rendere laconiche le affermazioni linguistiche) così come l’esperienza. Non esattamente la de-evoluzione, anche se la complessità che si svolge sembra certamente così. Il sistema è impegnato nel processo di ricerca di “archetipi di modelli” o almeno di alcuni “punti di scelta interessanti” mentre inverte la nostra propria freccia del tempo, cioè, “pattern crawling”. Speculativamente parlando, ci possono essere entità coscienti che sperimentano il tempo inverso. Forse dovremmo porre questa domanda: Qual è lo scopo universale dell’anti-entropia?
Molti concetti temporali sono senza dubbio estremamente controintuitivi. La direzionalità temporale e la simmetria temporale sono particolarmente note. Qualsiasi passato possibile può aver portato all’attuale istante cosciente “digitale”. Questa è un’idea strana se si è abituati a guardare il mondo in modo strettamente lineare e deterministico, ma riflette il mondo incerto descritto dalla meccanica quantistica. Un’importante controargomentazione alla moltitudine di passati potrebbe essere un’esplosione combinatoria di linee “antitemporali” di osservatori, cioè linee temporali digitali che si estendono nella direzione temporale opposta dalla singolarità temporale presente al Punto Alfa (Big Bang digitale). Quindi, come si suppone che nel multiverso quantistico queste anti-linee temporali digitali convergano ancora una volta al Punto Alfa?
La risposta ha a che fare con l’entropia reversibile (non osservabile, ovviamente, nella classicità newtoniana). Invertire l’entropia dell’informazione è come passare da una maggiore complessità a una minore complessità. Finché si continua a srotolare la complessità bit per bit, si finirà al punto di più bassa complessità possibile con, forse, 1 bit di entropia — il Punto Alfa — il punto convergente di tutte le anti-linee temporali e contemporaneamente il punto di origine di tutte le probabili linee temporali dell’osservatore. Questo mi ha portato a formulare la nuovissima Teoria D del Tempo, o Presentismo Digitale, basata sul calcolo quantistico reversibile in generale: Il presente istante cosciente è digitale, il passato e il futuro sono quantistici, costruiti su qubit, bit di informazione meccanica quantistica.
Tutte le strade teoriche portano alla fisica dell’informazione, altrimenti nota come Fisica Digitale. I ricercatori sospettano che alla fine gli assiomi della teoria quantistica riguarderanno l’informazione: cosa si può e non si può fare con essa. Una di queste derivazioni della teoria quantistica basata su assiomi sull’informazione è stata proposta nel 2010. “In parole povere”, ha spiegato Jacques Pienaar, un fisico teorico dell’Università di Vienna, “… i principi affermano che l’informazione dovrebbe essere localizzata nello spazio e nel tempo, che i sistemi dovrebbero essere in grado di codificare informazioni l’uno sull’altro, e che ogni processo dovrebbe in linea di principio essere reversibile, in modo che l’informazione si conservi.”
Nei processi classici irreversibili, al contrario, l’informazione è tipicamente persa — proprio come quando si cancella un file sul disco rigido. I modelli di calcolo quantistico eliminano l’asimmetria causale che è inerente al calcolo di tipo classico e, alcuni dicono, responsabile della nostra freccia unidirezionale del tempo. I modelli quantistici sono altrettanto bravi a predire gli stati futuri che a retrodatare gli stati passati del sistema: Sono altrettanto abili a dedurre l’effetto dalla causa quanto lo sono a dedurre la causa dall’effetto. La fisica non conosce alcun limite superiore alla quantità di calcolo reversibile che può essere eseguito utilizzando una quantità praticamente inesauribile di energia, o nel caso del sistema operativo universale – risorse computazionali enormemente grandi ma ancora finite.
Il passato è quantistico (o ‘analogico’, se preferite questo termine), il presente è digitale, e il futuro come il passato è quantistico, fatto di qubit, bit di informazione meccanica quantistica. Ancora una volta, fate attenzione: Il presente è digitale, il futuro e il passato sono quantistici (analogici). Non esiste un quadro di riferimento universale, esiste invece solo il quadro di riferimento dell’osservatore cosciente. A questo punto, potreste dire: “Ma io ricordo il mio passato!” E avrete ragione! Tuttavia, se i nostri ricordi sono mutevoli e modificabili, anche in linea di principio, non si può garantire con certezza al 100% per una particolare storia digitale. Ci sono sempre innumerevoli periodi di tempo passati dimenticati o altrimenti mal ricordati, pieni di qubit di potenzialità.*
-Alex Vikoulov
P.S. Il film di fantascienza TENET è basato sulla fisica del tempo, più specificamente sulla D-Theory of Time, o Presentismo Digitale, inclusa la nozione di “Anti-Tempo” attorno alla quale ruota il presente articolo. L'”inversione” di TENET è l’Anti-Tempo. Se pensate che l’Anti-Tempo non sia altro che finzione, e che non si applichi alla nostra realtà, ripensateci.